A cura di Vaifro Minoretti

Il mondo intero ammira il Made in Italy. Molte persone, confidando nella sua sicura qualità, sono disposte a fare anche uno sforzo pur di essere in grado di acquistare un attraente articolo di marca italiana.
Il marchio “Made in Italy” è il terzo al mondo per notorietà, dopo quelli di Coca-Cola e VISA. Proprio per tutelare le ragioni di questo primato, è stato emanato uno specifico decreto legge, il nº 135 del 25 settembre 2009, che contiene l’art. 16 dal titolo: “Made in Italy e prodotti interamente italiani”.

Tale marchio è ormai sinonimo di qualità e prestigio e protegge la grande tradizione italiana e il riconoscimento che essa ha in tanti settori. Le aziende con la certificazione “100% Made in Italy” sono infatti sottoposte a una serie di accurati controlli atti a certificare che l’intero ciclo produttivo sia totalmente svolto in Italia e che il prodotto abbia tutti i parametri previsti dalle severe normative in materia.
Quando si parla di Made in Italy, l’opinione pubblica pensa per prima cosa alle grandi firme della moda, come Valentino, Versace, Armani, oppure alla Ferrari, agli occhi del mondo uno dei capisaldi tra le grandi firme del nostro paese. Però, a ben esaminare, il Made in Italy costituisce un fenomeno anche più complesso che abbraccia diversi settori industriali e attività economiche del nostro sistema, allargandosi dai beni industriali sino ai prodotti agricoli tipici, al turismo e ad altro. Il patrimonio artistico italiano, per esempio. Pare che il 70% dei beni artistici mondiali sia in Italia. E l’arte moderna e contemporanea non è da meno. Tra Futurismo, Transvanguardia e altri movimenti, anche gli italiani moderni hanno avuto da dire al mondo la loro.

Ma, se proprio vogliamo fare il nome di un grande e poliedrico artista italiano in perenne rinnovamento e molteplici partecipazioni in vari progetti, troviamo in pole position Emanuele Viscuso che, con le sue creazioni artistiche in vari campi, come scultura, design, musica, cinema e persino urbanistica, e con gli eventi culturali da lui creati e organizzati nel mondo e persino nello spazio (poi vedremo perché) è ritenuto un genio moderno ed un pilastro internazionale della cultura Made in Italy. Viscuso è artista per scelta. Infatti, da grande sognatore a quasi 33 anni, nel 1984, abbandona un sicuro impiego bancario per dedicarsi, senza alcuna sicurezza, alla musica, all’arte e alla cultura. Allora non sapeva ancora quanto avrebbe arricchito il nostro “Made in Italy”. Semplicemente, fece il passo che sentiva di fare, forse cosciente che quando si crede profondamente in qualcosa, i risultati non tardano ad arrivare. Fu così che l’artista, nato a Palermo la notte di Natale del 1952 da padre sculture e da madre preside di scuola media e musicista, volle unire le due loro arti e divenne scultore come il padre e musicista come la madre. Solo che lo fece totalmente da autodidatta. Aveva già studiato legge, laureandosi a Napoli col massimo dei voti e ora aveva meno tempo per studiare. Si buttò quindi direttamente nella pratica, non come un principiante, ma come fosse un maestro in entrambi i settori. D’altronde era già stato un “maestro” anche nell’abbandonare l’impiego in banca.

Non lo fece infatti con una semplice lettera di dimissioni ma con un bel necrologio sul Corriere della Sera, che recitava così: “Cessando di soffrire, dopo lungo travaglio, è passato a miglior vita Emanuele Viscuso, giovane impiegato di banca. Ne piangono la prematura scomparsa, i colleghi e quanti lo conobbero sul lavoro”.

Geniale fin dall’inizio della sua carriera, Viscuso continuò a dare applauditissimi concerti della sua meravigliosa musica neo-romantica, a creare quadri, chiamati “Disegni di musica”, e sculture modulari, geometriche e armoniche, chiamate “Musica solida”, compiendo quindi il sogno di fondere assieme le arti del padre e della madre. E solo pochi anni dopo l’inizio della sua carriera di scultore, iniziata nel 1986 con una grande mostra a Miami, la sua grande opera “Onda-Ponte sull’immaginario” era già parte dell’aeroporto intercontinentale dei Milano Malpensa.

Non pago di ciò, nel 1992 creò l’azienda “Emanuele Viscuso carte da parati trompe l’oeil” e con queste decorazioni riproducenti soprattutto antiche biblioteche, vendute subito in un centinaio di negozi in Italia e all’estero, ricoprì chilometri quadrati di pareti di case, hotel, locali pubblici e uffici.
L’artista, nel 1996, confermò la sua genialità con un’idea incredibile: fare la prima mostra d’arte in un aereo in volo. Fu così che nei cieli tra Vienna e Varsavia, a 10.000 metri d’altitudine, tra le 12 e le 13 – ora italiana – del 31 maggio 1996, avvenne lo straordinario happening: il primo vernissage della storia a svolgersi durante un regolare volo di linea. Per i fortunati e divertiti passeggeri del volo Rimini–Riga una mostra di sculture fu improvvisata dall’artista che, in volo verso la Lettonia per organizzare una sua personale, avendo con sé dieci sue piccole opere in legno, sorprese tutti offrendo un’anteprima con tanto di inviti (scritti a mano e consegnati lì per lì ai passeggeri), e con tanto di cocktail e di opere esposte tra i sedili reclinati di una parte dell’aereo con la compiacenza del comandante e delle hostess.

A confermare una carriera da Guinness in qualunque cosa facesse, nel 2000 creò una linea di gioielli-scultura il primo dei quali, una spilla, fu donato dal Consolato Britannico a Milano alla Regina Elisabetta in visita ufficiale. Così, mentre la sua prima grande scultura era incredibilmente finita in un aeroporto internazionale, altrettanto miracolosamente la sua prima spilla era arrivata alla Regina Elisabetta.

Viscuso però, nonostante lo amassero tutti, regine comprese, restava sempre una persona di grande umiltà e disponibilità verso gli altri. Soprattutto i meno abbienti.
Non tutti sanno che a Milano l’artista, pur avendo difficoltà a pagare già il proprio mutuo, diede un’abitazione gratuitamente per oltre vent’anni a una vecchina con una pensione minima. Inoltre, per lungo tempo, prestò servizio come volontario all’associazione Vozza, nel reparto neurochirurgia del Fatebenefratelli.

Il suo definitivo trasferimento negli Stati Uniti avviene nel 2000. Ma perché andarsene quando in Italia ormai aveva fatto tanto e non era certamente uno sconosciuto? Anche lì, semplicemente, fece il passo che sentiva di fare, quasi con la fede di un missionario, sicuro che i risultati non sarebbero tardati ad arrivare. Infatti, a Miami, Viscuso, pur continuando a fare lo scultore, ampliò la sua gamma creativa scrivendo di architettura e urbanistica, tenendo all’università delle lezioni di cinema e divenendo ideatore di eventi. Nel 2006 creò il Sicilian Film Festival, una fortunatissima vetrina internazionale della cinematografia siciliana giunta ormai all’ottava edizione, e nel 2008 creò il Festival Internazionale di Musica d’Organo (F.I.M.O.) che ha luogo in Sicilia da quattro anni. Ma dove Viscuso ha superato perfino se stesso è stato quando nel 2007 riuscì a convincere la Nasa a effettuare ufficialmente un evento sulla cucina italiana. Dove? Nello spazio, ed esattamente a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Tutto ciò, oltre a procurargli premi e riconoscimenti (Premio Pepe dell’Accademia Italiana della Cucina, Chiavi della Città di Miami Beach, premio come Ambasciatore di Cultura della Regione Sicilia), contribuì a fare di Viscuso un personaggio seguitissimo dalla stampa americana e internazionale fino a farlo definire dalla stessa stampa “L’artista italiano più intervistato in America”. Le sue ultime creazioni? Dal logo della Fondazione Marilyn Monroe al bellissimo tavolo “Andromeda”, creato per De Mura, grande azienda pugliese che promuove nel mondo il migliore design italiano. Andromeda è in esposizione in questi giorni alla Cascina Cuccagna di Milano per il Fuori Salone 2013 di Milano e, per la sua particolare eleganza, è già stato notato da molti buyer internazionali. Poi c’è “Marvel Platter”, il piatto in oro e diamanti più costoso del mondo, creato con lo chef internazionale e amico Walter Martino.

Il piatto, da vendere ai ricchi per aiutare i poveri, secondo precise intenzioni caritatevoli dei due creativi, fa venire in mente la Saliera del Cellini, famosissimo pezzo in oro massiccio che il celebre scultore rinascimentale realizzò per Francesco Primo, re di Francia. Offrendo una sostanziosa fetta dei loro guadagni per aiutare i bisognosi, un po’ Benvenuto Cellini e un po’ Robin Hood, Viscuso e il suo amico chef hanno trovato il modo di togliere ai ricchi per, ancora una volta, donare ai poveri.
Chi, come il sottoscritto, ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Emanuele Viscuso, non può che trovarsi d’accordo sul fatto che “l’artista italiano più intervistato in America” è in realtà una persona di grande umiltà e una fonte inesauribile di spiritualità in cui intelligenza, spirito e cordialità si fondono in un composto umano unico.

E così, come la sua musica parla, le sue parole sono musica e infondono una tranquillità e una serenità tali che anche il più annoiato sull’arte riuscirebbe ad ascoltarlo all’infinito. Anche i suoi scritti sono di una grande spiritualità. E se c’è un pianoforte a portata di mano, le sue mani scorrono sui tasti bianchi e neri come un foulard di seta e le note sembrano non finire mai. Quando la musica termina, apri gli occhi, pensi…era un angelo…no è Emanuele! Un vero peccato che queste mie parole scritte non siano accompagnate dalla sua musica neoclassica!

La odo, è intorno a me, mi avvolge in atmosfera di serenità…. Come solo i più grandi artisti possono esserlo, Emanuele è ovunque con le sue note, con la sua musica, la sua musica solida e con tutte le sue muse.