a cura di Emanuele Paonesa
Milan fashion week donna, grande manifestazione con le 64 sfilate, 143 collezioni, 72 presentazioni, evento di prestigio organizzato dalla Camera della Moda Italiana. Un planning di sfilate, che dalle scenografie, alle ideazioni, all’immagini, alla scelta delle locations, all’ufficio stampa ha visto una grande fatica organizzativa, che è sfociata in uno scenografico evento delle passerelle dal 14 al 24 febbraio.
Valori sociali, natura e rispetto dell’ambiente questo il filo conduttore di questa Moda Milano 2014 nelle storiche location di Milano, nonostante la pioggia e protesta in Galleria. Aprono la collezione A.Marani, S. Ravizza, Bylos ,Gucci, Fay, F. Scognamiglio, A. Ferretti, seguono Cavalli, Prada, Moschino, F. Puglisi e J. Richmond sono solo alcuni nomi delle grandi maison, closure per Dolce&Gabbana, i giovani talenti concluderanno la grande kermes.
Jane Reeve, neo amministratore delegato della Camera Nazionale della Moda, promette che il prossimo anno i giovani sfileranno nella middle week.
Moda come arte, come creazione di un target inedito, unico, trasposizione di sentimenti vissuti e proiettati sulla tela. Genialità, talento e couture sulle passerelle milanesi.
Nella collezione di Puglisi impronte di cubismo picassiano, geometrie con intersecazione di piani, patchwork di stoffe policrome unite da inedite forme geometriche, danno vita a gonne corte, lunghe, vestiti, leggings. Fausto Puglisi, lo stilista messinese, classe 1976, che partito per l’America con pochi soldi in tasca e tante porte chiuse, è arrivato a vestire star, scelto da Dolce&Gabbana per la sua collezione, ma in primis amato dai giovani.
Echi di dadaismo nella collezione Glam Rock di John Richmond, stilista britannico. Il teschio, in antitesi al suo significato intrinseco, dà luce alla sua collezione ricca di preziosi ricami. Must have: stivali alti da portare con minigonne o sopra i pantaloni.
Colpo di genialità per Moschino, “Eureka” direbbe Archimede, idee che nessuno avrebbe mosso. Le sue modelle vestite da cameriere, con la M di Moschino, come nei fast food di Mc Donald’s, un inno al poliedrico mondo americano. Spongebob, cartoon che ha ispirato la collezione di pellicce giallo acido a pois neri. Intanto la cantante Katy Perry, insieme al pubblico applaude, un vero omaggio alla sua geniale estrosità.
Per la collezione Alberta Ferretti, sotto i riflettori, sfilano “Naiadi” ninfe che fluttuano, fanciulle petrarchesche, con abiti mutuati dalla natura per colori e forme, mani certosine intrecciano fibre naturali, lana, seta e pelle, in pattern evolutivamente tridimensionali per cappotti, abiti e giacche con colori del sottobosco.
Un viaggio a ritroso negli anni ‘20 e ‘30 e richiami agli anni ’60 e ’70 per Roberto Cavalli, trench di pitone, pellicce a pelo lungo. Abiti ricamati in pieno stile anni ’20, con frangia, impreziositi da intarsi e cristalli, vera couture della maison.
Grigio polveroso e luminoso, il nero e il lime (colore verde acido) nella collezione di Giorgio Armani.
Fascino misticamente indiano per la donna di Etro.
Prada lancia la bellezza androgina. Donna sexy, intellettuale, rigorosa. Proietta autobiografcamente in passerella la storia della Germania degli anni ’70 e ‘80’.
Next Generation e NU-DE i due importanti progetti per gli stilisti emergenti che concludono la settimana della moda meneghina. Promossi Mauro Gasperi e Francesca Liberatore, talenti delle passerelle Milano Moda Donna per NU-DE. Davide Grillo, Martina Cella, Marco Ramboldi, Daniele Vigiani giovani designer vincitori di questa ottava edizione del progetto Next Generation.
Milano, la bella città manzoniana ora si proietta per l’EXPO 2015, un connubio essenziale tra i problemi alimentari del mondo della moda e le questioni economiche, scientifiche e sociali relative alla produzione e al consumo del cibo. Nutrire in modo sano, corretto e sostenibile, un monito moralistico alla moda e a tutti noi, perché a noi è affidato il compito di proteggere e tutelare il patrimonio naturale. Tutti insieme dobbiamo prendere cura di questa preziosa eredità, consegnandola ai nostri figli senza comprometterla e quindi alle future generazioni che governeranno il mondo.