CONSIDERANDO IL FATTO CHE SEI CRESCIUTO IN QUESTO AMBIENTE, SI PUÒ DIRE CHE HAI SEMPRE SAPUTO CHE ERA LA TUA STRADA?
Ho sempre guidato una moto e non penso di poter immaginare di fare altro. Se non fossi stato un rider professionista, avrei provato a fare l’atleta ma ho sempre visto solo le moto da quando sono nato. Mio padre correva e lo seguivo ovunque, quando si allenava e quando gareggiava. Sono contento di essere cresciuto tra i motori e per questo mio padre mi ha messo su un kart da piccolissimo. Ho desiderato gareggiare dal primo giorno, e non ho mai smesso.
OLTRE A TUO PADRE, CHI TI HA ACCOMPAGNATO NELLE TUE PRIME GARE?
Mio padre mi ha sempre supportato da quando ho iniziato, era una guida per me, ma anche il mio amico Uccio è sempre stato con me, dalle primissime gare, sempre al mio fianco!
SONO PASSATI 18 ANNI DALLA TUA PRIMA VITTORIA, HAI ANCORA L’ADRENALINA COME ALLORA?
Dopo tanti anni posso dire che correre in moto è cambiato molto. Oggi, i riders sono atleti a tutti gli effetti. Le condizioni fisiche sono diventate fondamentali. Ma prima non era così. Potevi allenarti molto meno, dormire meno, berti un paio di birre la sera e continuare a vincere.
Questo perché le gare sono cambiate. Prima c’era un momento in cui studiavi i giri del circuito, l’andatura, la gara, e poi lottavi alla fine. Ora invece incominci la gara con dei record di velocità e devi mantenere quel livello fino alla fine della gara. Al punto che se parti male alla prima curva è quasi impossibile raggiungere il primo. Quindi non basta allenarsi tanto per tenere il passo, ma devi anche essere molto più concentrato mentalmente.
Nel mio caso, ho dovuto sistemare il mio stile di guida un pochino ma non è stato così difficile. Amo lo sport e cerco di allenarmi il più possibile. Durante questi weekend lontano dalla MotoGP passo il mio tempo al ranch con l’accademia e un po’ di amici che si divertono nel circuito. È comunque un bell’allenamento e mi ha aiutato molto per il cardio. Ma soprattutto è divertente!
Mi diverto ancora come quando ho iniziato. L’adrenalina è ancora alle stelle e forse per questo non posso vivere senza! Mi alleno anche in palestra ma preferisco sempre correre in moto. La routine dei weekend di gara non mi disturba, ripeto sempre le stesse cose nello stesso modo e questo mi aiuta a concentrarmi.
CHI SONO STATI I MENTORI CHE HANNO INFLUENZATO IL TUO STILE E LA TUA PASSIONE?
Sono cresciuto guardando i grandi degli anni 80 e la passione è nata da li, ma il mio riding si è modificato negli anni. Diciamo che lo stile di ogni atleta è in costante evoluzione, insieme allo sport che si evolve con gomme differenti, moto differenti eccetera.
Devi addattarti alla moto per farla andare più veloce. Lo sport, i rivali, le gomme e la moto cambiano e tu non puoi stare fermo a guardare. C’è sempre altro lavoro da fare.
COSA TI HA SPINTO A CAMBIARE DALLA HONDA ALLA YAMAHA NEL 2003?
Quando ho lasciato la Honda per la Yamaha non è stato facile, ero spaventato da questo cambiamento ma allo stesso tempo sentivo che mi avrebbe dato nuovi stimoli e nuove energie. Sarebbe stato più facile restare con la Honda, specialmente dopo aver vinto un titolo. Le Honda sono sempre state veloci, ma non ero del tutto felice. Mi sono preso del tempo e ho deciso, pian piano la paura è svanita ed ero sempre più contento di questa nuova avventura. Quando abbiamo cominciato a lavorare sulla moto ho capito che potevamo farcela. Non è stato facile ma ci siamo fatti notare subito all’inizio della stagione. Il weekend di Welkom 2004 è stato incredibile, me lo ricordo ancora molto bene.. emozioni forti!
PARLACI UN PO’ DEI TUOI ANNI CON DUCATI?
Sono stati anni difficili. Ci ho provato ma non è andata. Mi sono sempre chiesto il perchè. Non ne sono sicuro, ma sono abbastanza convinto che potevo fare di meglio. Portroppo non è andata così. Quando hai 35 anni e i tuoi rivali sono dieci anni più giovani e soprattutto arrivi da 3 stagioni difficili, diventa necessario guardarti allo specchio e realizzare che parte del problema sei tu. Ed è ciò che ho fatto. Poi ho preso delle decisioni e oggi le cose vanno molto meglio. È stato tutto fondamentale per il mio percorso. Dopo questi due anni tutti pensavano che fossi finito, il che mi ha fatto soffrire, ed è stato grandioso tornare alla carica sulla Yamaha e provare che si sbagliavano. Tornare ad essere forti e vincere non è da poco!
SEI CONOSCIUTO PER I TUOI RITUALI PRE GARA. COME PENSI CHE TI AIUTINO?
Questi rituali mi aiutano a concentrarmi. Ripetere le stesse cose nello stesso ordine prima di gareggiare alza i livelli di concentrazione. Non voglio distrazioni, per me è importante.
CHE CIRCUITO (A PARTE IL TUO DI CASA) TI PIACE DI PIÙ?
Ovviamente adoro Misano, ma anche il Mugello. Mi piacciono molto Phillip Island e Laguna Seca.
CI SONO MOLTE CONTROVERSIE RIGUARDO AL MOTOGP 2015. COS’È ANDATO STORTO?
Prima di tutto il 2015 per me è stato un anno fantastico, sono stato sempre in lotta per il Campionato e sono molto soddisfatto per questo. Poi è successo qualcosa di inaspettato. Diciamo che non mi sono sentito tanto rispettato da Marquez e Lorenzo ed è stato difficile da mandare giù. Potevo vincere il titolo, e metterò la stessa energia anche nella prossima stagione. Voglio lottare di nuovo per il campionato.
COME TI STAI PREPARANDO AL MOTOGP 2016?
Un sacco di allenamento fisico, sia in palestra che al Ranch. È ora di iniziare il lavoro vero. In poche settimane inizieranno i test e sarà importante capire tutti i cambiamenti della prossima stagione. Specialmente le gomme. Arrivare preparati è fondamentale.
DA DOVE VIENE LA GAMBA DI FUORI? SEMBRA QUASI DAL MOTOCROSS?
Ho sempre guidato con la gamba di fuori, mi aiuta a mantenere l’equilibrio in curva . Adesso lo fanno in tanti.
COME SEI DIVENTATO TANTO BRAVO NELLE CONDIZIONI DI BAGNATO?
Il Ranch dove mi alleno con l’Academy aiuta parecchio. Sul flat track non c’è molto grip e sei obbligato a intraversarti e scivolare. Allena la sensibilità per la moto durante una gara bagnata.
COSA TI TIENE MOTIVATO AL TUO LIVELLO, ANCHE QUANDO È DURA E I RAGAZZI SI COMPORTANO MALE?
Quello che mi manda avanti è la motivazione. Più che l’allenamento, alla mia età è cruciale. La domanda che bisogna farsi è ‘Perché gareggiamo?’, Io lo faccio perchè mi piace, mi diverto davvero… mi piace lavorare sulla moto e guidarla. Per questo dopo tanti anni sono ancora qui. Tutto il resto è una conseguenza. Dopo il 2015 sono ancora più forte e ci voglio riprovare.
Si ringrazia per la collaborazione uffcio stampa Valentino Rossi, Monster Energy
Credit: Milagro, Monster Energy e Andrew Northcott