A cura di Marinella Cucciardi.
Serena Lippi è Console Generale d’Italia a Nizza da settembre 2013.È diplomatica di carriera, ultimamente occupava la funzione di Consigliere alla Direzione Generale per la Promozione Economica, Culturale e Scientifica dell’Italia al Ministero degli Affari Esteri a Roma. Inoltre ha lavorato all’Ambasciata italiana a Tripoli dal 2006 al 2010 e ha fatto parte della Rappresentanza Permanente dell’Italia all’Unione Europea a Bruxelles tra il 2002 e 2006.
Una donna intelligente, semplice, estroversa e comunicativa, si ha la sensazione di conoscerla da sempre e mette a proprio agio le persone in pochissimi istanti.
Alla cerimonia ufficiale per gli auguri di buon 2014, rivolta alla comunità italiana, che si è svolta il 20 gennaio nella maestosa e storica Villa Massena sulla Promenade des Anglais, erano presenti l’attuale sindaco di Nizza, Christian Estrosi, Serena Lippi e Paolo Celi, Presidente dell’Associazione Amitié France Italie.
Al discorso augurale dell’anno in corso la Console ha così esordito in lingua francese: “Sono molto orgogliosa di svolgere il mio incarico in una sede come Nizza, in cui l’Amministrazione locale lavora con grande passione ed energia per rendere la città sempre più bella e piacevole per noi e per le nostre famiglie.
Penso in particolar modo alla Promande du Paillon, il nuovo parco costruito in pieno centro e inaugurato da pochissimi mesi, simbolo di una ricerca costante per migliorare la qualità della vita e dell’ambiente: tutto questo vi fa onore e vi parlo non solo come cittadina, ma anche come madre di un bambino piccolo”.
E ha cosi concluso il suo messaggio di auguri …”Il mio augurio per l’anno 2014 è che ciascuno di noi, me compresa che mi chiamo Serena di nome ma non lo sono molto spesso nei fatti, possa guardare al 2014 con piena serenità d’animo e fiducia nel futuro”.
Quali sono state le tappe importanti della carriera professionale fino a oggi?
All’inizio della mia carriera in diplomazia, anche grazie al Master del Collegio d’Europa di Bruges e alle specializzazioni in Storia dell’integrazione europea e diritto comunitario, ho prestato servizio alla Direzione Generale dell’Integrazione europea del Ministero Affari Esteri, dove mi sono occupata di dossier economici.
Ho quindi avuto la grande opportunità, giovanissima, di far parte della delegazione italiana a Bruxelles durante il Semestre di Presidenza dell’UE nel 2003. È stato un periodo di lavoro interessantissimo, ma anche estremamente impegnativo: ricordo le nottate trascorse a studiare dossier molto tecnici per presiedere, dinnanzi ai rappresentanti di 27 Stati, ben tre gruppi di lavoro al Consiglio dell’UE.
Dopo quattro anni sono stata nominata Primo Segretario commerciale presso l’Ambasciata d’Italia a Tripoli, prima donna diplomatica italiana accreditata in Libia. Lavorare in un Paese musulmano, riuscire a negoziare con interlocutori dalla mentalità ancora dominata da forti pregiudizi nei confronti delle donne, ha rappresentato una sfida che mi ha particolarmente rafforzata nel carattere.
Ho passato momenti di solitudine, ma anche di grande entusiasmo, soprattutto quando mi sono occupata della realizzazione di grandi eventi di promozione commerciale e culturale, riuscendo ad organizzare concerti di musica classica e lirica e coordinando l’attività delle missioni archeologiche italiane in un Paese che vanta un patrimonio tra i più imponenti del mondo.
Cosa ha rappresentato un incarico così importante arrivato quasi inaspettato?
Dopo la Libia sono rientrata a Roma alla Direzione Affari Politici del Ministero degli Esteri, dove ho seguito i dossier mediorientali in un periodo particolarmente caldo e complesso, in coincidenza con la “Primavera araba” e lo scoppio delle rivoluzioni in Tunisia, Egitto, Libia, Siria.
In seguito sono stata nominata Capo dell’Ufficio per la Promozione culturale multilaterale curando in particolare i rapporti con l’UNESCO, dove l’Italia detiene il primato per numero di siti iscritti nelle liste del Patrimonio mondiale dell’umanità: una ricchezza immensa di cui dovremmo essere veramente orgogliosi. Ricordo con particolare soddisfazione di aver presieduto con successo riunioni negoziali con l’UNESCO fino alla fine del’ottavo mese di gravidanza e l’esperienza di dirigere un ufficio al Ministero degli Esteri ha sicuramente rafforzato le mie capacità manageriali, di gestione delle risorse umane e di bilancio.
Da qui l’idea di candidarmi per il posto di Console Generale a Nizza, sebbene in quel periodo fossi ancora in maternità. Mio marito mi ha sostenuta nella decisione e forse è stata anche l’energia positiva del mio bimbo appena nato ad infondermi la serenità necessaria a compiere questa scelta …poi certo la fortuna mi ha assistita nell’ottenere, a soli 40 anni, un incarico così prestigioso ma anche di grande responsabilità.
Quanti anni durerà l’incarico?
Il mio mandato a Nizza dovrebbe durare da un minimo di due ad un massimo di quattro anni, come tutte le missioni diplomatiche italiane all’estero.
Quali sono gli obiettivi per il futuro da raggiungere a favore della comunità italiana a Nizza?
Sono a capo di una vasta circoscrizione consolare formata da tre Dipartimenti (Alpi marittime, Alpi dell’Alta Provenza e Alte Alpi) con oltre 30.000 italiani residenti, considerando solo quelli iscritti nelle nostre liste.
Circa 2/3 della frontiera con la Francia ricadono sotto la responsabilità del Consolato di Nizza che, anche per questo motivo, ricopre un ruolo strategico nelle relazioni italo-francesi a tutti i livelli: politico, economico, sociale e culturale. Per raggiungere obiettivi ambiziosi, nell’attuale congiuntura economica, c’è bisogno di un partenariato solido con i nostri amici francesi, ma anche di “fare sistema” tra noi italiani. Ed è proprio per questa ragione che, fin dal mio arrivo a Nizza e con l’aiuto prezioso dei miei collaboratori, degli Enti e delle Associazioni italiane qui presenti, sto lavorando per rendere il nostro Consolato Generale più efficiente, con servizi più rispondenti alle esigenze dei cittadini e delle imprese, e per farne un punto di riferimento, un luogo di incontro, una vera e propria casa per gli italiani che vivono e lavorano nella nostra circoscrizione.
Come e dove è avvenuto l’incontro con il marito?
L’incontro con mio marito è avvenuto a Tripoli. Io lavoravo già in quella sede da due anni, mentre lui era appena stato nominato country manager Alitalia in Libia. Non è stato un colpo di fulmine per entrambi, anzi… si è trattato di un vero e proprio negoziato… conclusosi con successo!
Quanto è difficile per una donna gestire impegni pubblici e vita privata con un bambino piccolo lontana dai familiari?
Conciliare gli impegni di lavoro con la vita familiare è obiettivamente difficile, soprattutto quando i bambini sono piccoli. Quando ho assunto l’incarico a Nizza Lorenzo aveva soltanto dieci mesi e ha cominciato presto a camminare, proprio qui sulla Promenade des Anglais. Mio marito è un papà molto attento e presente e, nonostante sia spesso all’estero per motivi di lavoro, ogni week end fa il possibile per raggiungerci da qualunque parte del mondo si trovi. Inoltre, sono una persona molto organizzata e, anche grazie all’aiuto delle tecnologie informatiche, che ti permettono di essere reperibile ovunque, collegarti ad internet per videoconferenze o scrivere discorsi (magari quando il bambino dorme..), riesco a gestire la vita professionale in maniera compatibile con quella di mamma. Poi, certo, anche i nonni ci danno una mano quando vengono a trovarci.
Una donna così impegnata avrà mai il tempo per la cucina?
Tempo per la cucina non ne ho molto. Provengo da una famiglia toscana in cui tutti sappiamo cucinare bene, ma ammetto di delegare volentieri ad altri. Preparo le pappe per il bambino, curo molto l’estetica della tavola, soprattutto quando ho ospiti o devo organizzare ricevimenti o cene di lavoro, ma nel quotidiano preferisco lasciar cucinare mio marito, dato che ha molta passione per la buona tavola e, a differenza di me, sostiene di rilassarsi ai fornelli.
Come guardi al futuro come mamma e donna di vita politica? consiglieresti a tuo figlio di intraprendere lo stesso percorso?
Come mamma che guarda al futuro di mio figlio desidero essere ottimista, anche se come diplomatica mi rendo perfettamente conto delle enormi difficoltà che da vari anni incontrano i giovani nel realizzare le loro aspirazioni. Mio figlio adesso ha solo 15 mesi ed è ancora troppo presto per pensare a cosa farà da grande, ma quello che gli auguro dal profondo del cuore è che possa riuscire a realizzarsi come persona, oltre che nella professione, qualsiasi strada decida di intraprendere.
Cosa consiglieresti ai giovani di fare per mantenere un livello di cultura elevato, studiare le lingue e avere delle aperture mentali per adeguarsi al livello europeo per l’inserimento nel lavoro?
In questa congiuntura economica così difficile, soprattutto per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, ritengo indispensabile un grande impegno nello studio e nella formazione, l’apprendimento delle lingue, la curiosità e l’interesse a conoscere Paesi diversi e a confrontarsi con altri popoli e culture.
La forza delle donne dipende da qualcosa che la psicologia non può spiegare, così diceva Oscar Wilde, cosa ne pensi a proposito e se ti rispecchi in questa frase?
La forza delle donne penso sia insita nella loro potenzialità di diventare madri, nella capacità di donare la vita. Avere un figlio significa possedere pazienza, coraggio, comprensione, generosità, spirito di sacrificio. In questo periodo, tra le altre cose, mi sto occupando di organizzare un evento in Consolato per la giornata internazionale della donna. Sarà un omaggio al Premio Nobel Rita Levi Montalcini e ad altre illustri donne italiane, che ci racconteranno come sono riuscite ad affrontare le sfide professionali (superare i pregiudizi, imporsi in ambienti spesso dominati dagli uomini, conciliare il lavoro con gli affetti e la maternità), e a vincerle grazie soprattutto alla capacità di vivere una vita fondata su solidi valori e principi etici, con una straordinaria sensibilità d’animo.