Un evento coinvolgente per gli operatori della moda ed appassionati di fotografia che si è svolto nel cuore della metropoli milanese all’Officina del Buono, un pomeriggio incantevole dove tanti amici hanno risposto positivo all’invito del fotografo Piero Fanizzi.

1Piero, “Fashion Connection” cosa significa?
Ho pensato a questo evento per crearmi l’opportunità di raccontare le mie ultime esperienze fotografiche, e come riesco a passare con estrema naturalezza da un pensiero, da un desiderio alla realizzazione dello stesso.

È proprio vero, i nostri pensieri diventano cose, e soprattutto sono interconnessi, agiscono e reagiscono presentandoci la nostra realtà.
Così come sono connessi, intrecciati i bracciali L4K3 che ho fotografato sulle rive di un lago.
Due giovani, un lago, il loro legame, i bracciali…. e l’emozione che guida la mia mano, la mia creatività”.

Un’esperienza suggellata da un notevole successo, pensi di replicare ancora a Milano?
Sì, è stata entusiamsmante, coinvolgente, un’esperienza da ripetere a metà giugno ancora a Milano. Parallelamente il mio management sta già pianificando una tournee europea che partirà a settembre.

Devo tutto alle fantastiche e invisibili connessioni che ci legano “e mi piace raccontare” come abbiano positivamente modificato la mia vita, le mie passioni, le mie relazioni. Un meccanismo che prende vita a Rimini cinque anni fa, a giugno parlerò di questa piacevole circostanza che mi ha permesso di scoprire un potenziale artistico inespresso fino a quel giorno.

Hai fotografato tantissime modelle, modelli, campagne pubblicitarie di un certo spessore nell’ambiente della moda. Quanto è importante la “connessione” tra il fotografo e la modella?
È determinante. Prima che le modelle passino alle cure dei make-up artist mi fermo un quarto d’ora a scambiare qualche impressione con loro… è necessario per stabilire rapporto, allineare frequenze e stati d’animo.

Spesso, prima che i miei assistenti mi passino la reflex, invito la modella a pochi secondi di riflessione, perchè di lì a qualche minuto le nostre emozioni, percezioni, i nostri campi energetici devono flirtare per creare bellezza, incanto e meraviglia.

Sono momenti indescrivibili… io personalmente li vivo adrenalinicamente in una dimensione dove spazio e tempo sono solo percezioni, il click amplifica e scandisce la connessione di cui parli… immagina un dare-avere, uno scambio continuo di info che viaggiano invisibili grazie all’energia dei nostri sensi… in due parole sono felice che la mia grande passione coincida con il mio lavoro.

Ricordi l’esperienza che ha segnato la tua carriera?
Certo…. Tenerife… faceva molto caldo, il mio esordio fotografico fu alquanto burrascoso, ero su un set fotografico ma, simpatico da raccontare, il fotografo non ero io…anzi, ero io che in qualità di direttore creativo avevo affidato il lavoro a un fotografo.
Per quel viaggio avevo portato con me una Canon di media qualità acquistata da poco… magari avrei potuto cominciare a smanettare e capirci qualcosa.

Col passare delle ore, prima di nascosto, anche per capire a cosa servissero quelle manopole, e poi sempre più sfacciatamente entrai nel “ruolo” al punto da creare grande tensione durante lo shooting. Io e il fotografo finimmo per litigare alla presenza dello staff incredulo, in effetti avevo esagerato, avevo invaso il campo, lo stylist dovette rincorrere il fotografo intenzionato a rientrare in Italia, in quei momenti ero un fiume in piena, inarrestabile.

Mi scuso oggi pubblicamente con quel fotografo… ma non fui capace di contenere il mio slancio, sono stato poco professionale ma quell’atteggiamento discutibile mi ha portato a coltivare una grande passione sopita che oggi riempie la mia vita di grandi soddisfazioni. Quel giorno, in Spagna, capii cosa volessi fare da grande.

Ci vuoi svelare alcune anticipazioni per i prossimi lavori?
Nel mio lavoro sono sempre impegnato su due fronti: completare la postproduzione degli shooting già realizzati, e pianificare la produzione dei nuovi servizi. Per questo sono coadiuvato da una serie di validi collaboratori.

A stretto giro un viaggio a Stoccolma, poi nuovamente Milano, e poi Manhattan e poi mi sembra Berlino… in tutto ciò il mio pensiero deve generare idee, nuove emozioni, sono i viaggi a creare nuove suggestioni, ultimamente la mia ricerca stilistica e di comunicazione ruota intorno a questo tema “quantistico” che mi appassiona: “in questo universo siamo tutti connessi, e siamo gocce nel mare della coscienza cosmica, sempre connessi alla fonte, e la fonte risponde alle nostre credenze in maniera imparziale, senza giudicare, materializzandole nella nostra vita. Ovvero, i pensieri diventano cose”.

Queste miei recenti studi mi stimolano a raccontare le mie esperienze mescolando arte fotografica e fisica quantistica, marketing e spiritualità.
Mi piace pensare che condividere il mio percorso di crescita possa aprire spiragli a chi ama l’arte, la fotografia di moda e magari nutre una sana curiosità su come si possono ottenere cambiamenti importanti nella vita modificando credenze limitanti ed altro. Il recente evento milanese rientra in questa tournée che da settembre toccherà anche capitali europee.

Se dovessi dare un consiglio alle ragazze alle prime armi nel settore della moda, cosa consiglieresti?
Direi quacosa del genere: “Se sei convinta che questa sia davvero la tua passione, non ci pensare su due volte. Passa all’azione”