Si ringrazia l’ufficio stampa Valery Busi.

Flora Beneduce, primario degli ospedali riuniti della Penisola sorrentina, già consigliere regionale della Campania, è stata nominata vice coordinatrice di Forza Italia nella provincia di Napoli. Un incarico, questo, che il presidente Silvio Berlusconi ha voluto conferirle per il lavoro capillare svolto sul territorio, per l’impegno civile dimostrato e per la sua capacità di coinvolgere i giovani in un progetto politico saldo nei valori liberali e proiettato al futuro.

Flora-Beneduce-2Moglie di Armando De Rosa, la Beneduce ha vissuto le vicende di quegli anni tormentati al fianco di uno degli uomini più influenti del panorama politico regionale degli anni ’80. Nel 2010, ha raccolto la sfida di essere in prima linea. Le elezioni regionali, con le 14mila preferenze, ne hanno rivelato la forza, il carisma, la determinazione. Nel 2013 è entrata nel parlamentino campano. E’ stata firmataria di una legge sulla riorganizzazione del commercio, ha avanzato numerose proposte per rilanciare il turismo nella Costiera sorrentina e si è distinta per il suo lavoro instancabile come vicepresidente della Commissione consiliare per la bonifica dei beni sottratti alla Camorra.

Dottoressa Beneduce, lei rappresenta 
un’istituzione all’interno dell’ospedale. Come è cambiata la sanità in questi anni?
Un uso sconsiderato e superficiale delle risorse destinate alla Sanità ha impoverito un settore che è decisivo nel welfare e nella qualità della vita di un paese democratico.
Ora la Spending Review ha tagliato i fondi e costretto i dirigenti ad ottimizzare le risorse, strumentali e umane. Ma credo che la revisione della spesa non debba essere fatta sulla pelle dell’utente finale. I servizi essenziali devono essere garantiti. Ne va della dignità delle stesse istituzioni. Il cittadino ha diritto alla salute.

Ha qualche consiglio per i giovani medici?
Non demordete. La strada è in salita. I sacrifici sono richiesti negli anni della formazione, universitaria e post, sia in corsia. Ma la gratificazione nell’aiutare gli altri è una ricompensa che pochi altri lavori concedono.

Suo marito Armando De Rosa, già assessore regionale, ha raccontato la sua vita nell’autobiografia “Quarant’anni di vita politica: le mie ragioni”, curata da Ermanno Corsi e Piero Antonio Toma. Ce ne parla?
Il testo ripercorre la carriera politica di Armando De Rosa, in un’anamnesi personale che interseca le vicende storiche di cui è stato protagonista. Parte dalla prima elezione nel consiglio comunale del Comune d’origine Villaricca – aveva ventuno anni – all’adesione alla corrente della cosiddetta sinistra di base nell’ambito della Democrazia Cristiana, passando per il fondamentale apprendistato presso uno dei grandi leader del tempo e padre riconosciuto della Repubblica: Giovanni Gronchi, poi nominato alla più alta carica dello Stato.
Nel libro si trovano spaccati della storia politica regionale e nazionale: dal sequestro Moro a quello Cirillo, dal sistema di finanziamento della politica al ruolo della Camorra.
Frequenti e interessanti i raffronti tra la classe dirigente del tempo e quella odierna, che spesso, sotto il vessillo della trasparenza, è subdolamente connivente con il sistema camorristico.

Chi è Flora Beneduce?
Sono innanzitutto una mamma, con le preoccupazioni e le emozioni che i figli danno. Sono un primario che non riesce mai del tutto a togliere il camice. Sono una donna che non sa rimanere indifferente alle esigenze degli altri. Sono una cattolica convinta e considero le persone autenticamente come “prossimo”. Amo la mia terra, i suoi panorami, il mare e le melodie che sa esprimere. E che, a suo volta, raccontano la “napoletanità”.
La rassegna stampa è la mia preghiera laica. La politica è la mia grande passione.

Un suo sogno nel cassetto.
Sogno che la regione Campania possa essere la terra del sole, non quella dei fuochi. Che i nostri giovani non siano costretti a cercare lavoro all’estero. Che la dignità dei cittadini, i loro diritti, la loro storia possano essere rispettati. Basta mortificazioni. E basta con la malavita organizzata che ferisce e uccide uomini e territori. Il mio sogno è che la mia gente possa essere “servita” dallo Stato, che le famiglie non debbano vivere sotto la soglia di povertà, che il futuro non sia solo un miraggio. Il futuro è oggi e le istituzioni devono sentirne la responsabilità.

Quanto sono importanti i valori familiari?
Sono un patrimonio incommensurabile. Senza famiglia non ci sono radici. E senza radici non c’è futuro. La famiglia va tutelata, sempre.

Quale futuro per i giovani?
Dottoressa Flora Beneduce, (Risponde): Quello che i giovani imporranno ai governi. Il futuro si nutre di sogni, ma si realizza alzando la voce. Io sono al loro fianco.